Il golfista: Approccio osteopatico
Dopo il corso tenuto presso l’Istituto superiore di osteopatia dall’osteopata Massimo Messina che segue golfisti professionisti, vi propongo una panoramica del golfista e del trattamento osteopatico ad hoc.
Il golfista destrimane carica sulla gamba sinistra, ispira all’impatto della pallina ed espira quando va a chiudere. Ha un dispendio di energia di 18.000 Kcal e compie circa 6 km quando esegue 18 buche.
Come avviene il movimento?
Nel golfista è molto importante l’appoggio dei piedi perché la forza deriva da lì e si porta verso l’alto passando dai muscoli ischio crurali fino al quadricipite salendo poi sul core e poi fino all’arto superiore.
Il gesto tecnico dello swing è la base del golf e il corpo si adatta per svolgerlo al meglio tramite la torsione del corpo.
Cosa accade al suo corpo? Come si adatta?
La postura del golfista presenta iper lordosi lombare con iper cifosi dorsale; l’attività del golf porta a microtraumi ripetuti.
Il golfista mostra maggiormente lombalgia e frattura del polso (soprattutto quando gli allenamenti sono eseguiti su tappeti rigidi).
Le zone più colpite ma meno sintomatiche sono la zona femoro-rotulea (ginocchio), muscolatura flessoria e estensoria dell’arto inferiore; a volte è presente anche la discinesia di spalla. Difatti è presente una discinesia rotulea con ipertrofia del quadricipite e un’ipotonia e retrazione della muscolatura degli IPT (ischio peroneo tibiali).
Inoltre il corpo del golfista per svolgere un lancio perfetto adotta dei blocchi funzionali come a livello del piede sinistro (per evitare la distorsione), della base cranica, la spalla in rotazione esterna, il diaframma in inspirazione soprattutto a destra (con conseguente fegato “statico”), e psoas limitati.
Come comportarsi? Osteopatia, come e quando?
Eliminare tali disfunzioni porta il golfista a percepire una difficoltà nel svolgere il gesto atletico, dunque è opportuno lavorare su ciò durante il periodo di allenamento per permettere adattamenti funzionali e non compromettere le gare.
Dal punto di vista strutturale è utile prendere in considerazione il corpo durante il gesto atletico e migliorarne l’adattabilità e la funzionalità, allo scopo di migliorare la performance. Valutare l’arto inferiore a partenza dal piede, con annesse le disfunzioni somatiche, è necessario; tutto questo va incluso con uno sguardo al rachide. La dorsale e le coste limitate (movimento ridotto) potrebbe ad esempio essere causa di limitazione della performance o causare infortuni.
Dal punto di vista della componente viscerale è utile tenere in considerazione i reni, il fegato e la colecisti, ma anche stomaco e pancreas. Il fegato e la colecisti sono limitati per il diaframma che lavora in maniera non funzionale; il pancreas e lo stomaco sono soggetti per l’alimentazione non ottimale, causando anche picchi glicemici. I reni sono gli organi che possono concorrere nella presentazione di lombalgia e sono molto interessati per lo scarso apporto di liquidi durante allenamenti e competizioni.
Anche il mal di testa, definita come emicrania mio tensiva, può essere presente nel golfista, questo solitamente è legato a un diaframma in disfunzione associato ad uno scarso apporto di liquidi.
Lo swing: http://https://www.youtube.com/watch?v=_badIyHcQo4
l'arte di aiutare il corpo ad autoguarire